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La scorsa settimana si è diffusa la notizia che molti aspettavano: per gli immobili sotto i 100mila euro, il rogito resta ai notai.

Nel mirino della protesta del Notariato ci era finito pochi mesi fa il Ddl Concorrenza, che sanciva la liberalizzazione di alcuni contratti immobiliari, introducendo la possibilità di firma del rogito per gli avvocati e i commercialisti. Una possibilità, però, ammessa solo nel caso di immobili non abitativi e il cui valore non superasse i 100mila euro.

Dopo le proteste dei notai, la Camera si è decisa a rivedere la riforma, dando ragione alla posizione del Notariato.

Cosa prevedeva la liberalizzazione dei contratti immobiliari?

Il Governo aveva inserito nel testo della riforma l’art. 29, secondo cui per le compravendite di immobili sotto i 100mila euro e di uso non abitativo bastava affidarsi alla firma di un avvocato o di un commercialista. Con questo loro intervento, dunque, si validava l’atto. La nuova misura doveva servire ad aumentare la competitività e a dare una mano alla crescita economica. Dunque, con un colpo di spugna si eliminavano i privilegi della casta notarile – questa l’idea del governo Renzi – e si dava linfa vitale al mercato dei professionisti.

Un’incomprensibile baggianata o un disegno più sottile, con l’intenzione di trasferire nelle mani delle banche la gestione di una bella fetta di compravendite immobiliari?

Io propendo per la seconda alternativa, ma la faccenda, osservata da un punto di vista più attento, nasconde anche altre disfunzioni, che poi sono quelle evidenziate dai notai.

 

L’aumento dell’illegalità e del riciclaggio

Lo scenario che si veniva a creare con l’intervento legislativo di cui stiamo parlando è questo:

 

Infatti, il 91% delle segnalazioni delle professioni proviene proprio dai notai e se venisse meno questo loro compito, verrebbe meno anche l’affidabilità dei pubblici registri.

Ma c’è di più e in questo il Notariato è stato lungimirante: trattandosi di un business immobiliare che vale dai 10 ai 12 miliardi l’anno, l’art. 29 sposta direttamente nella mani delle banche la gestione di questa fetta di mercato. Da qui, poi, si passerebbe all’intero mercato delle compravendite di immobili, con la conseguenza che a dettar legge sarebbero gli istituti di credito, mentre i cittadini/consumatori non sarebbero più tutelati.

La filiera sarebbe stata questa: compravendita dell’immobile, erogazione del mutuo da parte della banca e stipula dell’assicurazione sull’immobile, che sarebbe avvenuto solo dopo aver ottenuto il mutuo.

La Camera dà ragione ai notai

Come mai questo passo indietro? Ebbene, la disposizione dell’art. 29 non è compatibile con il principio della certezza giuridica, perché i notai controllano la legalità degli atti seguendo delle norme che non possono essere tutelate dagli avvocati, ma a questo si aggiunge anche il principio della ragionevolezza, perché la certezza giuridica non può basarsi sul valore economico degli immobili.

Svolgendo il mio lavoro di investitore immobiliare, conosco bene il valore professionale dei notai e le garanzie che offrono loro non sono affatto paragonabili a quelle di altri professionisti.

Innanzitutto perché i notai conoscono la materia come nessun altro, poi perché il Notariato trasmette l’integrità della categoria concedendo a chi avvia l’attività un cospicuo sostegno economico che evita i casi di possibile concussione.

Infine, perché i notai sono pubblici ufficiali imparziali, che si fanno garanti del principio di terzietà.

Non voglio assolutamente gettare fango sulla categoria degli avvocati, perché ce ne sono moltissimi di grande professionalità, tuttavia il disegno che stava tentando di screditare i notai per favorire la lobby degli istituti di credito è evidente.

Pare che la guerra non sia ancora finita, ma almeno una battaglia è stata vinta. Attendiamo i prossimi eventi con fiducia, ma intanto tu che ne pensi?

Stai tranquillo, continuerò ad aggiornarti su questi e altri sviluppi che riguardano il settore immobiliare, ma tu non perderti nemmeno un articolo: [sg_popup id=”2″]iscriviti alla newsletter[/sg_popup]!

Buona Vita,
Antonio Leone